BENI CULTURALI E STAMPA 3D: NON SOLO COPIE

Maggio 20, 2021

Restauro, replica di originali, percorsi tematici: la stampa 3D segna una nuova frontiera della tecnologia applicata ai beni culturali. Come funziona, quando si usa e i grandiosi esemplari al museo del termalismo.

 

I. TECNOLOGIA 3D E BENI CULTURALI: COME FUNZIONA?

Quando si parla di stampa 3D si fa riferimento a un processo automatico finalizzato alla realizzazione di oggetti tridimensionali.

Il principale vantaggio di questa tecnologia è la rapidità con cui si può ottenere un modello fisico dal modello digitale. Ciò permette di stampare in breve tempo prototipi che, con tecniche tradizionali, avrebbero richiesto moltissime fasi di lavorazione e altrettanto tempo di produzione. Per questo motivo la stampa 3D ha rapidamente preso piede in tantissimi settori: dalla medicina, all’architettura, all’ingegneria, al design.

Le tecnologie 3D, grazie alla loro versatilità, si sono rivelate un alleato fondamentale anche nel campo della tutela, analisi, divulgazione e fruizione del patrimonio culturale.

Ma come funziona realmente la tecnologia 3D applicata ai beni culturali?

  1. Si comincia con la digitalizzazione del manufatto: grazie a diverse tipologie di laser scanner 3D o di fotogrammetria si crea un modello digitale tridimensionale dell’oggetto.
  2. Il modello viene poi rielaborato con un software di modellazione, grazie al quale si può scalarlo proporzionalmente, modificarlo, o aggiungere delle parti mancanti.
  3. Il file viene quindi “mandato in stampa”: stampanti 3D ricreano fedelmente e in poche ore la copia identica del manufatto. Esistono ad oggi numerose tecnologie di stampa che utilizzano diversi materiali, fra cui è possibile scegliere quello più idoneo all’utilizzo finale della copia.

 

II. STAMPA 3D E RESTAURO

Una delle più sensazionali applicazioni della stampa 3D avviene nell’ambito del restauro dei beni culturali.

  • Essa viene impiegata, ad esempio, per ricostruire in toto sculture di cui conserviamo solo alcuni frammenti. In questo caso il modello digitale consente di unire i frammenti tentando di ricostruire le parti mancanti: è indispensabile uno studio approfondito per raggiungere un modello completo storicamente corretto! Grazie alla stampa 3D è poi possibile realizzare fisicamente le parti assenti da unire ai frammenti per poter fruire della ricostruzione dell’opera nella sua interezza.
  • Altre volte, la stampa 3D viene impiegata nel restauro di parti di manufatti per garantire la massima esperienza di fruizione dell’opera. Immaginiamo, ad esempio, di riprodurre una mano mancante di una statua: facendo la scansione della mano di una statua dello stesso periodo o dello stesso autore, è possibile poi stampare il modello per completare la scultura e poterla apprezzare così come si presentava un tempo. Grazie alla stampa 3D è possibile anche “testare” il risultato prima di installarlo e correggere, eventualmente, piccole imperfezioni o incoerenze.

In entrambi i casi, l’integrazione dell’opera originale con le parti realizzate con tecnologia 3D ha la funzione di permettere al visitatore di fruire al meglio dell’opera d’arte e di poterla apprezzare in tutta la sua completezza.

 

III. STAMPA 3D: NON SOLO COPIE

Un altro interessante utilizzo della tecnologia 3D nell’ambito dei beni culturali è la creazione di repliche identiche all’originale. Questa applicazione è molto utile nei casi in cui:

  • l’originale non sia temporaneamente disponibile (ad esempio perché stato prestato ad un’altra struttura o perché è in fase di restauro);
  • l’originale non sia musealizzabile a causa di alcune sue caratteristiche;
  • la creazione di copie sia funzionale all’inserimento in progetti museali tematici;

L’utilizzo della stampa 3D per la creazione di repliche fedeli all’originale ha fatto molto spesso storcere il naso ad alcuni esperti del settore: la tradizionale visione del museo e dell’opera d’arte vedrebbe infatti l’opera come qualcosa di originale ed irripetibile che, se replicato perderebbe il suo carattere di unicità. Questa visione deriva da una superata concezione: tradizionalmente, infatti, quando si parlava di “copie” in storia dell’arte lo si faceva con un’accezione spregiativa.

Questa critica parziale all’impiego delle tecnologie 3D nella creazione di copie è stata fortunatamente superata! Ci si è infatti resi conto che la creazione di copie in stampa 3D, selezionate e adattate all’esposizione museale, non possa far altro che ampliare la quantità di persone che hanno la possibilità di apprezzare un determinato manufatto.

 

IV. STAMPA 3D AL MUSEO DEL TERMALISMO

Al Museo del Termalismo antico e del Territorio, abbiamo molte copie di reperti realizzate grazie alle tecnologie di stampa 3D.

Tra queste, le più maestose sono i cippi confinari, giganteschi pilastri che in epoca romana erano stati posti a delimitare il territorio delle Terme Euganee. In quella occasione infatti, in seguito ad una diatriba tra le città di Este e Padova per il controllo dei territori termali, i vertici dell’Impero Romano avevano deciso di assegnare l’egemonia sul controllo delle terme a Padova. Per delimitare l’area, erano stati “piantati” 4 cippi di confine che, oggi, troviamo ricostruiti grazie alle tecnologie 3D al Museo del Termalismo.

La realizzazione delle copie è stata affidata a TryeCo 2.0 srl, azienda che dal 2005 utilizza queste innovative tecnologie applicate ai Beni Culturali.

Le copie, viste le dimensioni imponenti, presentavano alcune difficoltà nella realizzazione attraverso il processo di stampa 3D. Queste difficoltà hanno richiesto due interventi differenti:

  • Alcuni cippi sono stati stampati con apposite macchine che utilizzano un filamento di PLA, materiale naturale e compostabile, con un livello di stampa molto sottile. Questo sistema ha permesso di realizzare le parti molto leggere perché internamente hanno una struttura a nido d’ape; una volta terminata la stampa le varie parti sono state assemblate e rese al vero.
  • Altri cippi invece sono stati realizzati per fresatura con un braccio antropomorfo in polistirolo da per consentire un giusto grado di resistenza e la leggerezza utile al trasporto e alla musealizzazione; anche queste copie sono state rivestite per la resa al vero.

Gli originali si possono ammirare dislocati tra il Museo Nazionale Atestino di Este e i Musei Civici degli Eremitani di Padova. Qui al museo, le loro riproduzioni sono idealmente radunate nello stesso luogo, così come gli originali lo sono stati solamente nel momento della loro sbozzatura, per investire il visitatore di tutta la loro complessiva imponenza.

Vieni a scoprire gli straordinari cippi confinari! Con noi, potrai scoprire la storia di questi reperti, del loro ritrovamento e della loro ricostruzione digitale. E non solo: tantissimi altri percorsi tematici ti aspettano per introdurti alla scoperta del territorio euganeo e della sua avvincente storia.